La Ciclovia Adriatica si estende per 1000 km e passa attraverso 5 differenti regioni, queste caratteristiche la rendono la più lunga del nostro Paese e le permettono di collegare Venezia a Lecce. Al momento la ciclovia in realtà si compone di più piste ciclabili non connesse tra loro, ma il progetto, o forse il sogno, è quello di arrivare ad un unico percorso interamente percorribile in bici, senza interruzioni.
Il percorso, il cui progetto vede come capo fila la Regione Marche, si snoderà parallelamente alla statale Adriatica attraverso le regioni: Veneto, Emilia-Romagna, Abruzzo, Molise e Puglia. C’è già un accordo tra le 5 regioni e il progetto per collegare le varie ciclabili già presenti si va ad inserire in un più ampio e complesso quadro atto allo sviluppo di un turismo più lento e sostenibile, amico dell’ambiente e della salute.
Pedalare fa bene e in questo periodo è un modo sicuro per spostarsi, in particolare in città, evitando di affollare i mezzi pubblici e di sottoporsi quindi potenzialmente al rischio di contagio da Coronavirus. Anche per questo la bicicletta piace sempre di più agli italiani, ma uno dei problemi e dei forti limiti con i quali i ciclisti si scontrano è il numero e lo stato delle piste ciclabili, non sempre all’altezza della situazione. Molti Comuni e Regioni stanno investendo su una mobilità più sostenibile e spesso questo significa proprio dare più spazio alle due ruote, il trend è evidente e potrà nel giro di pochi anni, se tutto va bene, contribuire a cambiare il paese, riducendo l’inquinamento, ridisegnando la viabilità e andando ad impattare anche sulla salute delle persone, visto che usare la bici, preferendola all’auto, permette di tenere sotto controllo diffuse patologie croniche, di tenersi più attivi e di combattere anche il sovrappeso. Tutte cose che hanno una ricaduta positiva sulla spesa sanitaria.
La Ciclovia Adriatica potrebbe attrarre turisti dall’estero e rappresentare una via alternativa per lo spostamento tra regioni, anche per gli italiani. Lungo il suo percorso tocca località di grande interesse come il Parco Nazionale del Gargano e altre aree protette e già si pensa ad una possibile estensione del percorso, anche grazie a collegamenti navali con l’altra sponda dell’Adriatico, per poter raggiungere le ciclabili di Slovenia, Croazia a altri paesi vicini, come il Montenegro, molto orientato sul turismo green.
Si tratta di un progetto senza dubbio ambizioso, ma che non fa altro che andare a potenziare strutture in gran parte esistenti, uniformando un percorso che idealmente già esiste e viene scelto da sempre più appassionati delle due ruote. Il turismo in bici è un fenomeno in crescita, ma per renderlo sempre più interessante, anche da un punto di vista economico, servono investimenti e cosa forse ancor più importante, un cambio di mentalità. Troppo spesso, anche in piccoli centri, ci sono piste ciclabili che finiscono nel nulla, dimostrando la scarsa sensibilità nei confronti di chi sceglie la bicicletta per spostarsi. Le cose lentamente stanno cambiando e l’Italia si sta allineando finalmente ad altri paesi europei, che senza dubbio sul tema hanno molto da insegnare.