Sardegna: alla scoperta del lato magico dell’Isola più bella di sempre. Dai Nuraghi alle Domus de janas, le case delle fate e delle streghe… Sono molti i misteri da cui farsi rapire e affascinare!
Vengo da un’isola che confina
a nord con il cielo, a sud con il mare,
a est con l’alba
e a ovest col tramonto.
(Andra Melis)
La bellezza della Sardegna ha confini labili, perché resta negli occhi, e nel cuore, di chiunque la visiti. La puoi trovare ovunque si posi il tuo sguardo: nei suoi paesaggi sconfinati, in una natura rigogliosa e incontaminata, in un mare dal colore intenso e vibrante, nei resti di un passato antico ma costantemente presente in tradizioni popolari radicate nel vissuto quotidiano.
In Sardegna è infatti possibile immergersi in un’atmosfera senza tempo e carica di magia fatta di usi e tradizioni antiche quanto la sua storia. Farsi incantare dalla bellezza del mare e facile e immediato, farsi rapire dalla magia antica che dall’epoca nuragica è arrivata fino ai nostri giorni è un’emozione impagabile.
Sardegna: tra storia e magia
La Sardegna ha una storia molto antica e affascinante, fatta di Nuraghi, dominazioni, lotte e un pizzico di magia.
I primi abitanti insediati in Sardegna vengono fatti risalire al periodo Neolitico. Fin dai suoi albori l’isola sarda è stata terra di conquiste fino a diventare il palcoscenico ideale per raccontare una storia unica nel suo genere. Una storia che, dalle diverse dominazioni, ha fatto nascere quella che noi oggi chiamiamo “identità Sarda”.
I Nuraghi
Sono molte le città moderne della Sardegna in cui è ancora possibile ammirare i numerosi reperti storici. Tra i tanti, meritano sicuramente un posto d’onore i fantastici Nuraghi: opere antiche che, dopo tanti anni, sono ancora in grado di regalare forti emozioni ai numerosi turisti.
La cultura nuragica ci ha lasciato a testimonianza i Nuraghi: le opere architettoniche più affascinanti e misteriose arrivate fino ai nostri giorni. Si tratta di torri nuragiche realizzate con la tecnica della “falsa volta“. Vennero infatti realizzati sovrapponendo anelli concentrici di massi posizionati a secco sempre più vicini verso l’interno.
I nuraghi venivano quasi sempre costruiti partendo da una sola torre, a due o tre piani. In seguito, però, si iniziò a rinforzare la torre originaria aggiungendo altre torri e bastioni di difesa, allo scopo di fronteggiare le diverse invasioni di vari popoli mediterranei.
Succedeva anche che i nuraghi venissero circondati da capanne arrivando così a formare dei veri e propri villaggi. Tra il 900 ed il 500 a.C. sorsero infatti villaggi come Barumini, Serra Orrios, Tìscali ed i santuari di Santa Cristina (OR), Santa Vittoria a Serri.
Risalgono a questo periodo le prime statuette di pietra ed i bronzetti. I bronzetti nuragici venivano fusi dagli artigiani dell’isola e sono una testimonianza molto importante dell’esistenza di una popolazione suddivisa in tribù che vivevano attorno ai nuraghi per difendersi sia dai nemici esterni che dagli isolani.
Il culto delle acque nei templi a pozzo
Tra le testimonianze architettoniche più misteriose della Sardegna ci sono sicuramente i templi a pozzo risalenti ad un periodo che va dall’età del bronzo fino al II secolo a.C.
Si tratta di opere architettoniche davvero misteriose e ricche di fascino. Sono indissolubilmente legate al “culto dell’acqua”. Un antico culto che, se in un primo momento venne praticato attraverso le fonti sacre, divenne poi la causa primaria della costruzione di questi templi a pozzo.
Grazie a questi particolari pozzi era possibile trovare acqua a grande profondità; un bene prezioso visto il clima e la particolare conformazione del territorio sardo. Così prezioso da essere considerato quasi mistico.
Questi caratteristici pozzi sacri sono quasi sempre sormontati da piccolo edificio con copertura a tholos o da un vero e proprio nuraghe. Molto interessante è anche l’orientamento dei templi rispetto ai corpi celesti perché ci dimostra quanto fossero approfondite le conoscenze astronomiche di questi popoli antichi che vissero quattromila anni fa.
Domus de janas: la casa delle fate
Sono di questo periodo anche le famose domus de janas, anche chiamate case delle fate o streghe. In realtà altro non sono che tombe collettive preistoriche scavate nella roccia. Sono una peculiarità della Sardegna prenuragica e si possono trovare sia isolate che in grandi raggruppamenti.
Vennero costruite a partire dal Neolitico recente fino all’Età del Bronzo antico. Ad oggi ne sono state scoperte più di 2.400 ma si pensa ce ne siano ancora rimaste nascoste e pronte per essere trovate. Una delle particolarità più interessanti è che spesso sono collegate tra loro a formare dei veri e propri cimiteri sotterranei.
In italiano il termine in lingua sarda “domus de janas” è stato tradotto in “case delle fate”.
Is Animeddas o su Mortu Mortu
In Sardegna le tradizioni locali sono radicate ancor oggi anche se hanno le loro origini in tempi molto antichi. C’è una notte sarda davvero magica che, sono certa, attirerà la tua curiosità! La tradizione vuole infatti che in una notte d’autunno le vie dei paesi vengano ‘invase’ dai bambini che, recitando formule dialettali, ricevono in cambio di piccoli doni come castagne o frutta secca.
Sempre secondo la tradizione, alla vigilia di Ognissanti viene preparata una cena da dare in offerta alle anime in viaggio. Le donne sarde cucinano maccheroni freschi da accompagnare con vino e acqua.
Un autunno davvero magico e carico di atmosfera, in cui è possibile vivere una delle notti più caratteristiche del folklore sardo chiamata, appunto, is Animeddas o su Mortu Mortu.
Il misterioso cavaliere che difese la Sardegna
Anche la storia della bandiera Sarda ha le sue radici in un racconto carico di mistero. Forse non tutti sanno che la bandiera dell’isola rappresenta la testa dai Quattro Mori.
La leggenda narra che, nel 1096, durante la battaglia di Alcoraz, comparve sul campo un misterioso cavaliere vestito completamente di bianco con la sola eccezione di una croce rossa sul petto. Dopo essere riuscito a mettere in fuga gli invasori, si dileguò nel nulla lasciando sul terreno di guerra le quattro teste dei re saraceni.
Il re identificò il misterioso cavaliere nella figura di San Giorgio e, per celebrare la clamorosa vittoria, decise di cambiare lo stemma dell’isola. Ecco perché, in ricordo di quella battaglia epica, la bandiera della Sardegna venne rappresentata su uno sfondo bianco, con una croce rossa e le quattro teste dei mori.
Sardegna: una terra magica!
La Sardegna è un’isola magica, permeata di leggende e tradizioni legate a spiriti in equilibrio tra mondo terreno e celeste; tra la natura incontaminata e selvaggia illuminata dal sole e le ombre in cui si nascono fate di ammaliante bellezza.
Spiriti che assumono connotazioni diverse a seconda dei luoghi dove vengono evocate. Contraddizioni radicate nelle diverse tradizioni popolari… E tu, cosa speri di incontrare visitando la Sardegna, fate provvidenziali o streghe capaci di antichi malefici?